Santoreggia: origini, proprietà e usi in cucina

Tra le erbe aromatiche meno conosciute ma ricche di carattere c’è la santoreggia (Satureja hortensis), una pianta mediterranea dal profumo intenso e leggermente piccante, che ricorda un incrocio tra il timo e l’origano.

Utilizzata fin dall’antichità per insaporire piatti di carne e legumi, oggi è ancora presente in molte tradizioni gastronomiche, soprattutto in Francia, dove viene inserita in miscele aromatiche come le Herbes de Provence.

Origini e varietà della santoreggia

La santoreggia appartiene alla famiglia delle Lamiaceae, la stessa di timo, rosmarino, salvia e menta. È originaria delle zone mediterranee e cresce spontanea nei terreni aridi e soleggiati. Ne esistono due varietà principali:

  • la santoreggia estiva (Satureja hortensis), annuale, più diffusa in cucina per il gusto equilibrato e meno intenso;
  • la santoreggia invernale (Satureja montana), perenne, più robusta, dal sapore deciso e persistente.

Nel Medioevo era molto apprezzata sia per il suo aroma sia per le presunte proprietà afrodisiache: non a caso veniva definita “erba dell’amore”.

Proprietà e benefici della santoreggia

La santoreggia è considerata una pianta digestiva e antisettica. È ricca di oli essenziali, tra cui carvacrolo e timolo, che le conferiscono un aroma leggermente canforato e un gusto pepato. Viene tradizionalmente usata per stimolare l’appetito, favorire la digestione e contrastare la formazione di gas intestinali.

Tra le proprietà più citate:

  • azione antibatterica e antisettica naturale;
  • supporto nella digestione dei cibi più pesanti, come legumi e carni grasse;
  • possibile effetto tonico e stimolante.

La santoreggia in cucina

In cucina la santoreggia si utilizza sia fresca sia essiccata*. Le foglie, piccole e verde scuro, hanno un aroma pungente, con note pepate e una leggera sfumatura amara. Proprio per il suo carattere deciso, è spesso chiamata anche “erba pepe”.

Gli abbinamenti più classici sono con carne bianca, selvaggina, pesce azzurro e formaggi freschi. È molto apprezzata anche nelle zuppe di legumi, nelle patate arrosto, nelle salse e nei sughi rustici. In Francia viene impiegata nelle conserve di cetrioli e nelle miscele aromatiche da forno.

Un accorgimento: la santoreggia fresca tende a essere molto intensa, quindi meglio usarla con parsimonia. In cottura, invece, la versione essiccata perde parte della piccantezza lasciando spazio a note più morbide e rotonde.

Curiosità e abbinamenti

La santoreggia è conosciuta anche per il suo utilizzo nella preparazione di liquori e aceti aromatici. In alcune zone della Provenza viene ancora inserita nelle marinature di carni e nelle insalate estive.

Per un tocco originale, prova a usarla al posto del pepe nelle insalate di pomodori o nelle marinature di verdure grigliate: regala un sapore unico e sorprendente, con un profilo aromatico che unisce la freschezza delle erbe mediterranee alla speziatura leggera.

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