La shakshuka è un piatto conviviale della cucina magrebina diffuso in tutto il Medio Oriente, spesso servito per colazione.
Come nel caso delle cugine “uova in purgatorio” napoletane e dei “huevos rancheros” messicani, anche la shakshuka è una ricetta one pot. Si prepara in un padella o in un tegame in coccio, con una base di pomodoro e peperoni all’harissa (la salsa piccante tipica della cucina mediorientale e magrebina) con uova all’occhio di bue e yogurt.
La ricetta originale finisce qui, io ho voluto aggiungere un’ulteriore proteina unendo qualche polpetta di carne, per trasformarlo in un piatto unico completo e gustoso. Un po’ come il mio curry di polpette all’indiana.
Per questa ricetta ho utilizzato le polpette di vitello del Vitello di Casa Vercelli, ottenute solo dalle carni di pregiati vitelli, nati, allevati e selezionati in Italia, a filiera integrata con rintracciabilità certificata. Una carne digeribile, con pochissimi grassi e un alto contenuto di proteine e amminoacidi.
Potrai però realizzarle a mano, modellandole con la tua trita scelta preferita. Di vitello ma anche mixando altri macinati di carne.
POST REALIZZATO IN COLLABORAZIONE CON VITELLO DI CASA VERCELLI
Che vino abbinare alla shakshuka
Come spesso ti racconto nei miei abbinamenti enogastronomici, la scelta del vino in un piatto piccante è sempre cruciale.
Generalmente i bianchi sono più indicati, grazie ai flavonoidi contenuti, che smorzano il pizzicore in bocca generato dalla capsaicina. Io amo i Riesling e i Traminer aromatici*.
Le bollicine sono ok, specie se freddissime e con un residuo zuccherino che stemperi la sensazione di piccante. In questo caso, se vuoi abbinare un Prosecco* o un Metodo Classico, sceglilo “extra dry”.
I tannini dei rossi invece la enfatizzano, ecco perché consiglio sempre, se proprio vuoi optare per un rosso, di sceglierlo morbido e con tannini fini, come gli Amarone e i Primitivo.